Napoli – Guerra, carovita e disoccupazione… Mo bast!

Sabato 5 Novembre a Napoli si è tenuta un’importante manifestazione contro il carovita, il caro bollette, le devastazioni sociali ed ambientali. Una piazza che ha tenuto insieme tutte queste rivendicazioni con un netto rifiuto della guerra e della sua propaganda..

Un corteo di oltre 10000 persone ha attraversato le vie del centro storico, da piazza Garibaldi fino a piazza del Municipio.

Durante il corteo sono stati sanzionati alcuni luoghi simbolo della crisi economica, sociale e ambientale, colpendo quanti, dietro una finta transizione ecologica, continuano ad investire sulle fonti fossili accumulando extraprofitti sulla pelle di chi non riesce più ad arrivare alla fine del mese.

Azioni di sanzionamento contro il banco di Napoli e l’Enel, hanno voluto puntare il dito contro i responsabili della crisi, contro coloro che continuano ad aumentare i prezzi delle bollette, dei mutui e dei prestiti, nonostante stiano già beneficiando delle scelte di politica economica, tutte a loro favore, a livello globale e nazionale.

Azioni di denuncia contro la sede dell’INPS hanno ribadito il ruolo sempre più determinante dell’istituto nella criminalizzazione della povertà, in un frangente dove sono in discussione quelle stesse politiche di welfare ancora insufficienti e spesso elargite come forma di elemosina.

La manifestazione ha visto sfilare insieme movimenti sociali ed ambientali, sindacati di base, realtà operaie e dei disoccupati in lotta da diverse parti d’Italia, in particolare dal centro e dal sud.

Dalle Marche è partita una folta delegazione dei centri sociali e della campagna Noi non paghiamo.

La piazza di Napoli, in continuità con quella di Ancona del 15 ottobre, esprime la reazione determinata di un pezzo di società, non disponibile a subire ancora scelte politiche ed economiche che mirano esclusivamente al profitto di pochi.

Un pezzo di società che continua a portare nelle strade le sue rivendicazioni: non possiamo e non dobbiamo pagare la devastazione dei territori, lo smantellamento del welfare e dei servizi, l’aumento del costo della vita, a fronte di stipendi sempre uguali e alla mancanza di un potere d’acquisto sempre più indebolito da un’inflazione crescente.

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