‘Falconara libera dalla raffineria Api’ In 5 mila per fermare il disastro ambientale

Imponente la manifestazione organizzata dai comitati cittadini Mal’Aria, Falkatraz, Ondaverde e sostenuta dalla Campagna ‘Per il clima, fuori dal fossile’

Sabato 27 gennaio la città di Falconara Marittima è tornata a respirare. Non solo perché la direzione del vento ha risparmiato parzialmente, per un giorno, dalle emissioni pestilenziali che fuoriescono dalle ciminiere e dalle torce di idrocarburi. Pur se non possono vantare la stessa sorte gli abitanti dei quartieri Fiumesino e Villanova, così come i cittadini di Chiaravalle; lo hanno potuto sperimentare quanti sono giunti da fuori per partecipare, attraversando l’uscita del casello di Ancona Nord.

É tornata a respirare un’aria nuova, fresca e temprante, che si è alzata dalle strade del centro cittadino dove si sono riversate centinaia e centinaia di persone fino a diventare migliaia, un’aria più forte delle esalazioni e dei miasmi che da mesi affliggono le popolazioni locali, un’aria che puoi avvertire anche se lontano dalle vie della cittadina sul litorale anconetano.

La manifestazione chiamata attorno alla parola d’ordine ‘Fermiamo il disastro ambientale’ si è trasformata in una festa popolare di democrazia dal basso, un esercizio politico collettivo, una rappresentazione plastica di una comune volontà di contare, un sussulto di orgoglio e dignità di un’intera comunità.

La perseveranza nella battaglia contro la presenza nociva della raffineria, il pesante risvolto giudiziario che ne é conseguito, la soglia di tolleranza oltremodo infranta sull’oppressività tossica e inquinante dello stabilimento, hanno condotto a un cambio radicale di scenario: una progressiva presa di coscienza, un sentimento e una reazione diffusa di contrarietà, il gruppo Api non è più intoccabile, il destino della città non é più inevitabile.

É questo il grande significato che ci restituisce l’imponente corteo che nel suo svolgersi sabato ha abbracciato il cuore di Falconara Marittima: dopo i saluti di benvenuto e i primi interventi in Piazza Mazzini, in movimento per le vie Flaminia e Bixio prima di invadere l’intera carreggiata della nazionale, con conseguenze sulla viabilità e la circolazione. Infine il ritorno alla piazza centrale della città, con l’ingresso preceduto dagli striscioni storici e piú rappresentativi della battaglia contro l’ecomostro fossile, e decine di militanti dei centri sociali con indosso grosse maschere antigas, segno che oltre a difendersi si é pronti a resistere.

Sono stati singoli e gruppi organizzati, associazioni ambientaliste e collettivi a rispondere all’appello dei comitati e delle associazioni falconaresi Mal’Aria, Falkatraz e Ondaverde. Ma soprattutto sono state le persone che abitano questi territori a scendere in strada, una presenza decisamente preponderante, un’autentica affermazione popolare, una dimostrazione di massa.

Nutrito anche lo spezzone della campagna ‘Per il clima, fuori dal fossile’ che ha ospitato le delegazioni di attivisti giunti da fuori regione, dall’Abruzzo e dall’Emilia Romagna, da Roma, dal Molise e dalla Puglia. In tante e tanti hanno raggiunto il corteo dal nord e dal sud della regione con i treni e le partenze organizzate dai Centri sociali delle Marche.

Possiamo senz’altro riconoscere alla grande giornata di mobilitazione di sabato 27 gennaio un valore storico: l’accusa di disastro ambientale non rimane chiusa nelle aule di tribunale, ma risuona nelle piazze, la rivendicazione di dimissione e bonifica del sito inquinante è il grido di una comunità, un territorio libero dallo strapotere del gruppo Api é ora una possibilità reale e concreta.

“Sabato 27 gennaio segna l’apertura di un nuovo ciclo di lotte contro la raffineria Api”. Ora la sfida collettiva é farlo crescere, consolidarlo, perché il raggiungimento dell’obiettivo é alla portata, perché una storia di lotta si possa trasformare in una battaglia vinta.

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