Sul Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua di Dakar

Intervista a Renato Di Nicola, European Water Movement

La capitale del Senegal ha ospitato dal 21 al 26 marzo la nona edizione del Forum Mondiale dell’Acqua, organismo internazionale costituitosi nel 1996, per la prima volta nel continente africano. In contemporanea si sono svolti i lavori del Forum Alternativo (Fame 2002) promosso da movimenti sociali e organizzazioni di base che lottano per il diritto universale all’acqua. Per il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e lo European Water Movement ha preso parte alla conferenza Renato Di Nicola, che abbiamo raggiunto in videocollegamento per approfondire i temi al centro del dibattito. Pubblichiamo anche la Dichiarazione finale del Fame 2022 che lancia già l’appuntamento di Bali, in Indonesia, fra due anni.

La dichiarazione finale del Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua di Dakar

Noi, rappresentanti dei movimenti contadini, donne, giovani, ONG, lavoratori e sindacati, comunità religiose e popoli indigeni di tutti i continenti, che lavoriamo collettivamente per difendere il diritto all’acqua e ai servizi igienici, ci siamo riuniti a Dakar dal 21al 26 marzo 2022 per il Foro Alternativo Mondiale dell’Acqua (FAME)

Il FAME ha riunito centinaia di partecipanti da tutti i continenti, che hanno partecipato a, conferenze, workshop, mostre, visite in loco, proiezioni di film documentari, ecc. Si è svolto in un contesto di stress idrico su scala planetaria, di crescente crisi climatica, di  Pandemia di Covid e della globalizzazione economica neoliberista, dannosa per le comunità di tutto il mondo. Il tema di FAME era “l’accesso all’acqua e ai servizi igienici è una questione di salute pubblica e un barometro della democrazia”.

Le tante realtà presenti hanno apportato ricchi scambi durante il forum:

  • L’acqua dolce rappresenta solo il 2,8% delle risorse idriche ed è in diminuzione, solo l’1% è in forma liquida e viene così utilizzata: il 70% dall’agricoltura irrigua, in particolare l’agrobusiness che rappresenta solo il 18% dei terreni coltivati nel mondo a scapito di agricoltura contadina, il 20% dalle industrie e il 10% solo per i bisogni domestici.
  • La scarsità d’acqua colpisce quasi il 40% della popolazione mondiale; le acque sotterranee, che costituiscono il 99% dell’acqua dolce liquida sulla terra ed è in gran parte invisibile, si stanno rapidamente esaurendo portando a una siccità diffusa.
  • Tre persone su 10 non hanno accesso a servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza.
  • Il peso del lavoro dovuto alla mancanza di accesso all’acqua ricade sulle spalle di donne, ragazze e bambini, che trascorrono 200 milioni di ore a raccogliere quest’acqua, ipotecando sicuramente il loro futuro.
  • Più di due miliardi di persone non dispongono di strutture igienico-sanitarie di base come servizi igienici e latrine.
  • Più di 700 bambini di età inferiore ai cinque anni muoiono ogni giorno per malattie diarroiche dovute al consumo di acqua non potabile o alla mancanza di igiene e servizi igienici.
  • Le inondazioni rappresentano il 70% delle cause di morte legate ai rischi naturali.
  • Gli organizzatori della giustizia idrica e altri difensori dei diritti umani subiscono continui attacchi da parte di stati e corporazioni e sono sempre più vittime di violenze e repressioni.

Considerata la gravità di questa situazione, proclamiamo:

  • L’acqua è la base della vita come la terra e l’aria. Sono il nostro patrimonio comune. I loro cicli naturali vitali devono essere rispettati per la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi attraverso l’agroecologia.
  • Affinché le persone vivano dignitosamente e in buona salute, l’acqua deve essere gestita a tutti i livelli, in modo concertato, inclusivo, equo e partecipativo, rispettando i diritti delle comunità di base, dei popoli indigeni, degli equilibri ecologici, delle conoscenze indigene locali e tradizionali e valori endogeni e la loro libertà di far valere questi diritti liberi dalla repressione e dalla violenza.
  • L’acqua, in quanto risorsa vitale, non è né una merce da scambiare in borsa, né un bene da privatizzare a beneficio delle aziende ricche e multinazionali. La privatizzazione dei servizi idrici e la finanziarizzazione di questa risorsa arricchiscono le multinazionali a danno delle persone.
  • Tutte le persone, indipendentemente dalla capacità di pagamento e dal luogo di residenza, devono avere accesso garantito all’acqua e ai servizi igienici.
  • È urgente attuare in modo ottimale a tutti i livelli l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 6 che mira a garantire a tutti l’accesso a fonti di acqua potabile e servizi igienico-sanitari, ma anche a garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche entro il 2030.
  • E’ urgente applicare le risoluzioni adottate nel 2010 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dal Consiglio per i diritti umani
  • Riconoscere che l’accesso all’acqua e ai servizi igienici è un diritto. Deve essere integrato nel diritto internazionale e nelle costituzioni di tutti i paesi, come già avviene in Uruguay, Venezuela, Bolivia, Burkina Faso e Senegal, la cui attuale costituzione recita: “le risorse naturali appartengono al popolo”.
  • Le disposizioni dell’articolo 21 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle aree rurali relative al diritto dei contadini all’acqua devono essere diffuse e applicate in tutti i paesi.
  • Gli stati-nazione devono garantire la piena attuazione senza riserve della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni.

Il World Water Alternative Forum (FAME) chiede:

  • Una convergenza di iniziative e azioni per lottare per il rispetto dei diritti all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, alla terra e all’ambiente
  • Una campagna internazionale per sensibilizzare, costruire le capacità delle comunità rurali, urbane, dei popoli indigeni e sostenere l’effettiva integrazione del diritto all’acqua e ai servizi igienici nelle costituzioni e nelle politiche pubbliche di tutti i paesi.
  • Riunioni più regolari della rete per lavorare verso questi obiettivi, per espandere la resistenza globale all’agenda idrica delle multinazionali e realizzare la giustizia idrica per tutti mentre in vista dell’Alternative World Water Forum 2024 a Bali, in Indonesia. Anche se, al di là di un Forum alternativo, siamo il People’ s World Water Forum.
  • La creazione all’interno del sistema delle Nazioni Unite di un’Alta Autorità Indipendente per l’Acqua.
  • La creazione di una Conferenza indigena delle Nazioni Unite sull’acqua.

Dakar, 25 marzo 2022

ll sito del Fame 2022

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