Macerata – Resistere per la Palestina e per il Libano, nella città blindata
Grande partecipazione al corteo lanciato dal Collettivo studentesco Depangher lo scorso giovedì 21 novembre a Macerata.
Nel giorno in cui la Corte Penale Internazionale ha spiccato il mandato di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità a carico di Netanyahu e Gallant, e in un frangente dove la questione palestinese è relegata nel secondo piano delle cronache, una nuova manifestazione a Macerata riafferma la scelta di campo collettiva in solidarietà con i popoli palestinese e libanese che resistono, contro il colonialismo e l’apartheid dello stato ebraico. “Nessun perdono, per il vostro silenzio, per la vostra complicità” all’arrivo davanti al Rettorato torce accese e uno striscione per colpire le responsabilità politiche legate al posizionamento filosionista del rettore dell’UniMc.
Un clima intimidatorio creato dalle forze dell’ordine ha atteso la manifestazione convocata dagli universitari: un ingente spiegamento di uomini e mezzi disposti nelle immediate vicinanze del percorso del corteo, vicoli e vie della parte storica della città transennati e chiusi, ascensori verso il centro bloccati. Una blindatura parossistica della città da parte della Questura a cui ha fatto seguito l’ignavia del Rettore che ha imposto la chiusura anticipata di tutte le sedi universitarie, terrorizzato da un’ennesima occupazione.
Un’ulteriore dimostrazione della cortina di censura e repressione che nei paesi occidentali vorrebbe silenziare la solidarietà verso quelle popolazioni che non accettano di diventare vittime predestinate di un genocidio e non soccombono. Ma allo stesso tempo una dimostrazione di estrema debolezza. “In questi giorni è in corso in Senato la discussione sul DDL sicurezza, sarà fondamentale impegnarsi per organizzare una risposta collettiva adeguata contro chi vorrebbe mettere fuori legge ogni forma di dissenso. Per rendere viva anche nel nostro paese quella testimonianza di resistenza quotidiana che ci giunge dal Libano e dalla Palestina.”
[ Lottare per la Palestina, contro ogni divieto – Città “assediata” e serrata dell’università: il Collettivo Depangher prende parola dopo il corteo di giovedì 21 novembre a Macerata ]
– Il comunicato del Collettivo studentesco Depangher
La storia della Palestina non corrisponde in alcun modo alla narrazione mediatica che è stata costruita su di essa. Perché la questione palestinese non inizia il 7 Ottobre, perché la Palestina non è solo un’emergenza umanitaria, perché la Palestina non è carne da campagna elettorale.
Il popolo palestinese ha dimostrato e continua a dimostrare di essere perfettamente capace di autodeterminarsi. Le stesse istituzioni che danno lezione di democrazia al popolo palestinese sono quelle che ogni giorno finanziano e legittimano un genocidio, o nella migliore delle ipotesi voltano la faccia mentre questo accade. La storia palestinese parla di resistenza, una resistenza che si legittima ogni giorno lottando contro chi da oltre 70 anni tenta di annientare un popolo intero.
Sembra che il mondo abbia iniziato a comprendere le dinamiche della questione palestinese solo in seguito alla recente escalation. Ogni giorno in Medio Oriente si assiste a nuovi record di atrocità, l’espressione “peggio di così non può andare” viene costantemente smentita dalla realtà dei fatti. Di fronte al massacro quotidiano si giustifica l’ingiustificabile o si condannano in modo ipocrita gli attacchi quando il numero delle vittime di Israele non può più essere ignorato. Chi continua a relegare la Palestina al ruolo di vittima depotenzia la sua lotta a r-esistere e sottovaluta la potenza di un movimento globale che in pochi mesi ha portato Israele ad essere più isolato che mai.
Ci riconosciamo alleati del popolo palestinese che combatte per la propria libertà e ribadiamo la legittimità e la necessità di difendersi. Vogliamo che il diritto alla difesa si accompagni al diritto alla resistenza. “Ci sentiamo parte di una comunità universale che supera i confini e congiunge le epoche, le cui singole lotte si specchiano e si riconoscono nelle altre.” Ci schieriamo con la popolazione libanese che resiste e sopravvive in una terra violata per l’ennesima volta dal sionismo israeliano. Israele ha scelto consapevolmente di non avere alcuna considerazione o ritegno delle vite civili disumanizzando un popolo intero.
Oggi scendiamo in piazza per affermare la nostra alleanza con la resistenza palestinese, è fondamentale che la nostra lotta sia parte integrante di una battaglia ancora più ampia contro colonialismo ed oppressione.
Siamo in piazza per ribadire che la situazione palestinese e medio orientale non può essere trattata e risolta in termini bellici ma solo come questione d’interessi comuni, in questo senso occorre “alleare” le forme di resistenza che si stanno dando nel mondo al di là di ogni confine.
Collettivo studentesco Depangher