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Nessuno spazio a Jesi per le speculazioni di Edison

Il comunicato dello Spazio Comune Autogestito Tnt e la registrazione audio dell’incontro ‘Ad alto rischio ambientale’

Martedì 16 luglio si è tenuto a Jesi (An) l’incontro pubblico ‘Ad alto rischio ambientale. L’impianto Edison di trattamento rifiuti pericolosi alla Zipa’ dove è intervenuto Augusto De Sanctis, ecologista, autore di pubblicazioni scientifiche in campo ambientale, impegnato nella lotta per la bonifica del sito inquinato di Bussi (Edison).

Pubblichiamo la registrazione audio e le slide di presentazione dell’incontro:

– L’intervento introduttivo a cura dello Sca Tnt

– La relazione di Augusto De Sanctis

– Le slide di presentazione dell’incontro


– Il comunicato dello Spazio Comune Autogestito Tnt

Grande partecipazione all’incontro di martedì 16 Luglio al TNT, più di 150 persone hanno ascoltato con attenzione l’approfondimento sul progetto Edison di piattaforma “End of waste”. Le analisi che sono state effettuate sulla documentazione progettuale depositata da Edison, e ben illustrata dal tecnico e attivista Augusto de Sanctis, evidenziano con chiarezza e puntualità le criticità ambientali e sociali del progetto.

Jesi e la bassa Vallesina rientrano nell’area ad elevato rischio ambientale (Aerca). Ma la pianificazione territoriale, come le azioni messe in campo in ambito economico e ambientale, sono da anni tutt’altro che finalizzate a fronteggiare questa situazione: al contrario, sono volte all’immobilismo e a favorire l’arrivo di grandi gruppi industriali come Amazon ed Edison. L’arrivo (o meglio, il ritorno) di Edison a Jesi si inserisce in questo quadro, fatto non solo di interessi privati, ma anche di superficialità, assenza di trasparenza e di inadempienze istituzionali e politiche.

Ne emerge quindi un progetto di stampo privatistico, calato dall’alto e imposto al territorio, che nulla ha a che fare con i reali bisogni delle comunità. Un progetto che si svilupperebbe in un’area industriale e commerciale frequentata quotidianamente da migliaia di lavoratrici e lavoratori, oltre che prossima al centro cittadino e a quartieri ad alta densità abitativa e a zone altamente vulnerabili dal punto di vista ambientale, in primis il fiume Esino.

I dati presentati durante l’incontro sono oggettivamente inquietanti e ben rappresentativi dei rischi connessi all’impianto, in termini ambientali e di salute pubblica, come si evince chiaramente dalla tipologia e dai quantitativi di rifiuti trattati, dall’entità del traffico di mezzi pesanti, dalle emissioni e dagli scarti rilasciati nell’aria e nelle falde acquifere, dalle dimensioni dell’impianto e dalle modalità di trattamento dei rifiuti pericolosi, tra cui l’amianto.

E’ necessario opporsi da subito a questo progetto. Intanto, nell’immediato, sarebbe utile depositare le osservazioni critiche, per le quali l’iter autorizzativo prevede il termine massimo del 2 agosto, inviandole alla Provincia di Ancona (a riguardo stiamo preparando un fac simile con alcune osservazioni generali che diffonderemo nei prossimi giorni, da poter essere integrato e poi inviato in autonomia da ogni singolo o associazione). Ovviamente sappiamo anche che la battaglia si prolungherà nel tempo, cosa che richiede di farci trovare pronti ed agire su tutti i livelli necessari.

Ricordiamo che nel mese di ottobre (9-10-11) si terrà in Ancona il “G7 Salute”. E’ già stata avviata una campagna per la contestazione e la critica al vertice: pensiamo che all’interno di tale campagna e delle iniziative che verranno promosse sarà necessario dare spazio anche alla problematica relativa all’impianto Edison ed alle sue implicazioni sotto il profilo della salute pubblica. Fin da ora respingiamo strumentalizzazioni politiche e il declassamento di questa grave situazione a presunti complotti e teatrini politici.

Allo stesso modo rifiutiamo ogni forma di ricatto tra la scelta della salute e il (presunto) lavoro ed i tentativi di stigmatizzare l’opposizione sociale facendola passare per una sindrome “nimby”. Ci sentiamo invece di dover agire collettivamente, come fatto in tante altre occasioni in questi anni su scala locale, nazionale e internazionale, in opposizione a ogni forma di greewashing.

Quella che è presentata come transizione ecologica è spesso interpretata e declinata da soggetti pubblici e privati non come una necessità pubblica e sociale, ma come un’ulteriore occasione di profitto che viene delegata a coloro che sono stati e tuttora sono la principale causa della crisi ambientale e climatica. Quello di martedì è stato solo un primo, per quanto importante passo, verso la comprensione e la possibilità di opposizione alla realizzazione di un simile impianto nel nostro territorio. Da qui partiamo con la determinazione e la convinzione che questo può avvenire solo attraverso processi collettivi di confronto e autorganizzazione!

Spazio Comune Autogestito TNT

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