Solidarietà Antifa Budapest, oltre il ‘caso Ilaria Salis’

La ricostruzione dell’intera vicenda, giudiziaria e non solo, nell’intervista con Emiliano del collettivo milanese

Nelle ultime settimane il caso Ilaria Salis é finito all’attenzione della cronaca nazionale e del dibattito politico mainstream, ma la vicenda che vede coinvolto un gruppo di militanti antifascisti dura ormai da quasi un anno esatto.

I fatti risalgono al febbraio 2023, a Budapest si svolge la marcia neonazista per il “Giorno dell’Onore”, al quale partecipano estremisti di destra da tutta Europa. A margine della manifestazione militanti antifascisti si scontrano con alcuni di essi, le indagini della polizia ungherese scattano immediatamente e portano all’arresto di Ilaria e Tobias.

Indagini che terminano ad ottobre, con l’emanazione di quattordici mandati d’arresto europei (Mae) e l’arresto di Gabriele in Italia e Maja in Germania.

Abbiamo ricostruito la vicenda insieme a Emiliano di ‘Solidarietà Antifa Budapest’, un collettivo formatosi per rivendicare pratiche di antifascismo militante e per non lasciare soli quanti sono stati colpiti dalla repressione.

Un piano, quello repressivo, che si intensifica e si articola sempre di più a livello europeo: le accuse di associazione a delinquere a carico dei militanti prendono le mosse dall’inchiesta tedesca “Antifa Ost”, che condusse Lina in carcere nel 2021, poi definitivamente condannata lo scorso maggio a cinque anni e tre mesi di reclusione insieme ai suoi compagni, con pene che vanno dai due ai quattro anni.

Diversi gli appuntamenti di mobilitazione al fianco degli arrestati e degli indagati previsti nei prossimi giorni, a partire dal corteo di sabato 17 febbraio a Milano.

  • Ascolta l’intervista con Emiliano, Solidarietà Antifa Budapest

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