Crisi climatica, dissesto, devastazione dei territori. Dalle Marche alla Romagna per una ricostruzione sociale

Sabato 17 giugno a Bologna il corteo ’10mila stivali sotto la regione’ ad un mese dal nubifragio. L’intervista a Nicola, membro del Coordinamento Volontarie/i Alluvione 2022 e militante dei Centri Sociali Marche

Sarà presente anche una delegazione proveniente dalle Marche sabato 17 giugno a Bologna alla manifestazione regionale ‘Fermiamoli! Diecimila stivali sotto la regione’. Una marcia popolare per opporsi alle politiche fossili che aggravano la crisi climatica e producono ulteriore consumo di suolo, per affermare la netta contrarietà a una ricostruzione ‘delegata a un commissario con le mani sporche di cemento, che punti a rifare tutto come prima’. Una giornata di mobilitazione per rivendicare una moratoria immediata sulle ‘grandi opere simbolo delle scelte irresponsabili delle amministrazioni locali, regionali e nazionali’, il Passante di Bologna e il rigassificatore di Ravenna, obiettivo, quest’ultimo, del corteo di protesta dello scorso 6 maggio.

Già nel settembre 2022 un fenomeno meteorologico estremo coinvolse il territorio marchigiano, e ad un mese esatto dagli eventi venne organizzata una grande manifestazione nel capoluogo regionale.

La mobilitazione bolognese ripercorre lo stesso percorso, e soprattutto dai luoghi più colpiti, come quelli della valle del Misa e del Nevola, è stato immediato e spontaneo quel moto di solidarietà e vicinanza verso le popolazioni emiliano-romagnole. Davanti all’evidenza dei disastri causati dallo stravolgimento climatico, diventa sempre di più urgente organizzare una risposta sociale dal basso che ponga al centro la messa in sicurezza dei territori e una ricostruzione che si fondi sulla decisionalità popolare di chi li vive.

Sono questi i temi affrontati nell’intervista con Nicola, che racconta dei processi di autorganizzazione e di rivendicazione collettiva seguiti all’alluvione del 15 settembre.

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