Macerata – Occupato e contestato il convegno provita

Il comunicato del collettivo studentesco Depangher sulla giornata di contestazione e iniziativa di venerdì 21 aprile

C’è un problema all’università

Nella Facoltà di Filosofia venerdì c’era un problema. Volanti di polizia sorvegliavano l’ingresso ed agenti della digos girovagavano nell’atrio. Associazioni cattoliche avevano indetto al suo interno un incontro che non solo diffondeva assurde teorie religiose ma prevedeva anche l’accreditamento per il personale sanitario.

L’aula della Biblioteca Statale all’interno della sede della Facoltà di Filosofia dove doveva svolgersi l’incontro dei Pro Vita ed altre associazioni cattoliche era piena, nella platea però non vi erano seduti né ferventi cristiani né la solita marmaglia reazionaria della politica locale. L’aula era piena di student@ che la frequentano ogni giorno, al posto dello zaino avevano cartelli che gridavano il diritto all’autodeterminazione delle donne ed esprimevano la rabbia nel vedere certe associazioni e certe idee all’interno di un posto che sentono proprio. Gli organizzatori dell’evento pro-life non sono nemmeno riusciti ad arrivare in aula prima che questa venisse occupata. Nonostante il patrocinio negato da parte dell’Università, l’associazione ultra cattolica ha comunque trovato un escamotage per infiltrarsi all’interno dei luoghi di formazione, ma la risposta di chi questi luoghi li vive quotidianamente è stata forte ed immediata.

L’inizio dell’evento, patrocinato dalla Regione Marche con tanto di assegnazione di crediti per il personale sanitario, è stato ritardato ed è potuto iniziare soltanto tra fischi, cori, striscioni e coriandoli. Dopo la contestazione, gli studenti e le studentesse si sono riversatx nei corridoi e nel cortile dell’università, rivendicando il loro diritto all’autogestione, con un evento proseguito per il resto della giornata.

La presenza dei provita all’interno dei luoghi della cultura è stata solo l’ultima di una lunga serie di infiltrazioni di soggetti estranei all’interno di tali luoghi, partendo da Confindustria fino ad arrivare ai vescovi che inaugurano l’anno accademico.

Ecco quindi che ci sono non uno ma due problemi: il primo è appunto costituito da questi soggetti che allungano le mani sui luoghi che ancora non hanno conquistato per espandere la loro triste egemonia, ben protetti da polizia a compagnia cantante. L’altro problema siamo noi, che siamo e saremo sempre lì, pront@ a far inceppare i loro ingranaggi. Per noi, loro, non cesseranno mai di essere un problema, un’escrescenza fastidiosa e ingombrante che ruba spazio. Tuttavia neanche noi cesseremo di essere il loro problema, l’inaspettato, la sbavatura, l’urlo che interrompe. Noi siamo fieri di essere un vostro problema e faremo di tutto per essere il problema più grande che abbiate mai avuto.

La giornata del 21 aprile è stata l’ennesima dimostrazione di quanto il protagonismo studentesco sia linfa vitale degli spazi universitari, e che l’attenzione e la sensibilità rispetto agli attacchi che quotidianamente minano i nostri diritti siano una costante da parte del corpo sociale nella nostra città e in tutta la regione.

Noi non smetteremo di far sentire la nostra voce, e lo faremo anche il 6 maggio ad Ancona, alla manifestazione nazionale per un aborto libero, sicuro e garantito, prendendo parte allo spezzone autonomo lanciato delle compagne delle Sisters on the block, con i collettivi e le realtà locali che ogni giorno sono presenti sul territorio, un territorio dove anni di governo di centro-sinistra hanno permesso le peggiori speculazioni in ambito sanitario e calpestato il diritto all’aborto, spianando così la strada alle più becere politiche dell’attuale governo Acquaroli.

Con queste premesse ci vediamo il 6 maggio nel capoluogo della regione che si vorrebbe descrivere come un ‘laboratorio’, per riprenderci le strade tutte e tutti insieme e dal basso stravolgere la narrazione.

[Ancona, 6 maggio – Info per partenza collettiva da Macerata: 3281525912]

Collettivo studentesco Depangher

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