Porto San Giorgio – La città è di chi ci abita
“Immaginiamo una città da vivere e non da vendere” Il comunicato del Csa Officina Trenino dopo l’assemblea in piazza
Lo scorso mese abbiamo diffuso un appello per un’assemblea in piazza, finalizzata questa volta non a comunicare le nostre ricerche, o ascoltare attivisti e ricercatori provenienti da altre città, ma per riunire gli abitanti che ogni giorno incontriamo, che ci sollecitano. Crediamo che sia il momento di condividere difficoltà e criticità che viviamo quotidianamente e di allargare il confronto sulla sostenibilità dell’industria turistica nella nostra comunità.
L’assemblea è stata partecipata oltre ogni aspettativa, si è svolta nella centrale Piazza Matteotti, in uno spazio pubblico scelto dopo che ci è stato precluso l’utilizzo del giardino d’estate, altro spazio pubblico che, dopo circa un anno di abbandono, è stato di recente nuovamente assegnato ad un privato.
Si è parlato di urbanistica, come materia che deve tornare ad occuparsi prioritariamente degli interessi della collettività, e dell’impatto dell’industria turistica nelle piccole città, che nel caso di Porto San Giorgio è a un pericoloso punto di non ritorno. La nostra città conta infatti migliaia di abitazioni sfitte messe a reddito durante i mesi estivi, con affitti che arrivano fino a 20 euro/mq, e dei conseguenti sfratti che colpiscono un centinaio di abitanti all’anno.
Abbiamo unanimemente constatato che la spiaggia, da spazio demaniale e quindi bene collettivo, si è progressivamente trasformata in un’occupazione permanente, giorno e notte, finalizzata esclusivamente all’estrazione di profitto da parte dell’imprenditoria balneare. Un processo quest’ultimo che ha effetti nefasti sul lavoro stagionale: su cinquanta lavoratori stagionali intervistati, solo quindici di essi hanno un contratto regolare, gli altri hanno un contratto capestro con retribuzione oraria di massimo 7 euro, o addirittura lavorano per 2 euro all’ora senza un regolare contratto.
L’assemblea, molto partecipata, ha infine deciso di proseguire questo percorso per promuovere e costituire una vera e propria massa critica che, con un’organizzazione dal basso, si opponga a questa deriva, ritenuta all’unisono rovinosa e consociativa: ancor prima di conoscere e approfondire dati e analisi, siamo infatti consapevoli che tutte le scelte politiche della città sono caratterizzate dall’esclusione di classe e che chiunque non abbia interessi economici diretti è considerato di intralcio. Associazioni culturali e ambientaliste storicamente attive su questi temi, comitati cittadini e nutrite raccolte di firme non hanno più voce in capitolo; tutte le minoranze e le situazioni di fragilità come anziani, disabili e bambini sono ormai sistematicamente ignorate.
E’ tempo che, dal basso, la comunità con i suoi abitanti riprenda la parola.
Csa Officina Trenino