Misa-Nevola bene comune: nasce il coordinamento delle e degli alluvionati

Proprio mentre finivamo di scrivere queste parole per formalizzare la nascita del Coordinamento Volontarie/i Alluvione 2022, la pioggia ha ricominciato a battere e con essa sono tornati gli incubi, le notti insonni, le corse per spostare ogni bene sopra i tavoli o, per chi è più fortunato, ai piani alti.

Abbiamo ricominciato a vedere le strade della nostra città allagate perché è esondato il fosso Sant’Angelo – anche grazie alla saracinesca del Ponte Rosso aperta troppo tardi – ma soprattutto perché l’acqua è di nuovo uscita dai tombini – e ancora una volta nessuno nell’amministrazione comunale sembra si sia interessato dello stato delle fogne. Abbiamo di nuovo saputo di case allagate al Vallone o in Via Rovereto. La rabbia, tanta, sale insieme a dolore e stanchezza. Sensazioni difficili da gestire che rischiano di scemare in frustrazione, solitudine, resa.

Quando ti costringono a vivere nella paura costante, l’unico modo per riprendersi quotidianità e futuro è trasformare la frustrazione individuale in rabbia collettiva, chiamando in causa non il destino ma le istituzioni politiche ed economiche che ci governano, dirette responsabili dell’amministrazione del territorio, della sua salvaguardia. In primis la Regione Marche e il latitante commissario Acquaroli. A loro va rivolta la nostra inimicizia, con l’obiettivo di ribaltare i rapporti di forza esistenti per imporre ciò che non hanno fatto e che ANCORA, scelleratamente, non hanno intenzione di fare: mettere in sicurezza la valle Misa-Nevola. Anteponendo le ragioni delle e degli abitanti, dell’ecosistema fiume a quelle delle clientele politiche ed economiche.

Sabato scorso siamo andati alla manifestazione a Pianello di Ostra insieme a tutti i comitati delle e degli alluvionati. Un piccolo passo verso l’autorganizzazione della rabbia e del sapere sociale. Verso piazze da riempire con il peso del fango che abbiamo spalato e che continueremo a spalare. Di seguito il nostro intervento. In attesa che la pioggia si fermi, organizziamoci/organizziamo la nostra lotta.

Se hai bisogno di supporto legale di qualsiasi tipo scrivi a: supplegalealluvione@outlook.it

Se hai bisogno di attrezzature o interventi, se vuoi capire come organizzarti, scrivici alla pagina facebook Coordinamento Volontarie/i Alluvione 2022 o al num: 353 411 4609.

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La valle del Misa-Nevola è un territorio vasto, comprensivo di diciassette comuni e centinaia di frazioni, distribuiti in modo capillare su tutto il bacino idrografico. Numerosi sono i fenomeni di dissesto idrogeologico, ancora in attesa di adeguati interventi di consolidamento e/o ripristino dei versanti. Chi vive il territorio sa bene quali siano le principali difficoltà, specie in caso di emergenza: spostamento lungo le vie di comunicazione, connessioni intercomunali, raggiungibilità dei centri minori e delle case sparse, distribuzione omogenea dei primi aiuti.

È così a poco meno di 2 giorni dall’alluvione del 15 settembre ci siamo mobilitati: Centro Sociale Autogestito Arvultùra, Potere al Popolo, Brigate di Solidarietà Attiva, AlterEgo Fabbrica di Diritti e Brigate Volontarie per l’Emergenza. Per dare una prima, immediata, risposta. Una risposta coordinata, univoca, disinteressata. Molte e molti di noi avevano già vissuto, in prima persona, un’alluvione; molte e molti altri avevano già supportato popolazioni colpite da calamità naturali (post-terremoto dell’Aquila, post-alluvione a Livorno, etc..). Conoscevamo la situazione della nostra valle così come la limitatezza degli aiuti istituzionali, di fronte ad un’emergenza di grossa portata…

Oggi siamo qui, come Coordinamento Volontarie/i Alluvione per rivendicare, prima di tutto la messa in sicurezza del territorio. Rendere un territorio più sicuro non significa agire a ridosso di un potenziale evento disastroso o a posteriori, quando i danni sono ormai incalcolabili; significa piuttosto prendersene cura nel breve, medio e lungo periodo, sia come singoli che come comunità abitante. A fronte di un bacino idrografico che ha subito consistenti trasformazioni da settant’anni a questa parte (es. consistenti impermeabilizzazioni della piana alluvionale e della costa, progressive variazioni di uso del suolo con conseguente riduzione della componente vegetazionale, rettifiche del corso fluviale, chiusura di fossi scolmatori, ecc.) chiediamo di ripensare completamente la gestione del sistema fiume in chiave sostenibile, integrata, pubblica. Ciò comporta programmare “a sistema” e “su ampia scala” adeguati interventi di mitigazione del rischio, con l’obiettivo di ridurne le cause e, contemporaneamente, garantire la tutela e la salvaguardia dell’ecosistema fiume. In un’ottica di resilienza al cambiamento climatico in corso, riteniamo che in questo processo di ripensamento delle politiche di governo del territorio sia centrale la partecipazione degli abitanti attraverso tavoli di confronto periodici, processi di mappatura di comunità, processi di co-progettazione, momenti di scambio/diffusione della conoscenza e dei saperi locali oltre che tecnico-scientifici. Al momento, in accordo con quanto proposto dal Comitato Alluvionati 2014 e Comitato Vasche d’espansione, intendiamo supportare e collaborare allo sviluppo di un percorso di accertamento popolare, sempre più necessario!

Di fronte all’urgente bisogno di messa in sicurezza del territorio e di riprogrammazione degli interventi più adeguati, chiediamo inoltre, all’amministrazione regionale in primis, massima chiarezza e trasparenza su spese, tempistiche e modalità di realizzazione. Perché l’esperienza insegna: le crisi non sono uguali per tutti, per qualcuno vuol dire profitto, per qualcun altro, la maggioranza delle e degli abitanti, una perdita. Lo stato d’emergenza permette, infatti, di accelerare i processi attraverso affidamenti diretti e privatizzazioni. E se guardiamo agli ultimi otto anni basta ricordare i titoli di giornale di giugno 2022, poco meno di tre mesi prima dell’alluvione, quando erano indagati funzionari regionali per corruzione, turbativa d’asta, truffa, falso e rivelazione del segreto d’ufficio (e pensare che il problema degli ultimi otto anni secondo Ceriscioli era la burocrazia!). Questa volta ci dicono a gran voce che i soldi ci sono? Bene, facciamo chiarezza sui miliardi che, dicono, attraversano la nostra Regione senza finire nella valle, nelle nostre tasche. Indennizzi e territorio sono due facce della stessa medaglia, la nostra vita, che, come citava il volantino di lancio di questa manifestazione, non può, non deve, essere oggetto di trattativa.

Non possiamo che chiudere questa presa di parola con la più grande solidarietà alle popolazioni emiliano-romagnole per i lutti ed i danni subiti non dalla natura, ma da un sistema che ha stuprato l’ambiente in nome del profitto.

Coordinamento Volontarie/i Alluvione 2022

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