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25 aprile nelle Marche: disertare la guerra, resistere

Il racconto delle iniziative sociali e politiche organizzate in forma autonoma in diverse città marchigiane negli 80 anni dalla Liberazione

Un anniversario importante quello degli ottant’anni dalla Liberazione dal nazifascismo, e oltre alle celebrazioni istituzionali, numerose sono state le iniziative che hanno avuto luogo nelle Marche, promosse in forma autonoma da collettivi, realtà sociali e associative. Disertare la guerra, ria(r)mare le lotte questo il messaggio che è stato il filo conduttore politico degli appuntamenti di incontro e mobilitazione promossi dai Centri Sociali delle Marche.

“Il nostro presente è segnato dalla normalizzazione del genocidio e dal ritorno della guerra. Il ReArm Europe della Von der Leyen […] non rappresenta altro che il tentativo di riarmare i singoli stati europei, all’interno di una martellante propaganda che deve far accettare e rendere una cosa ordinaria, normale, la guerra, l’economia di guerra e la cultura della guerra. La propaganda di guerra non può accettare critica, dissenso e conflitto sociale, ma vuole uomini e donne obbedienti e asservite, servili e docili. L’antifascismo, 80 anni fa, come oggi, è anche un sentimento, immediato e diretto, di ribellione e rivolta verso chi, con l’arroganza e la violenza del potere, ormai privo di maschere, vorrebbe imporci un presente di guerra, povertà e nazionalismo.”

Resistere oggi, può significare disertare, qui in Italia, in Europa, dove non c’è una parte da prendere, ma solo uno scontro armato fra potenze da cui sottrarsi, rifiutando l’arroulamento a difesa dell’Occidente in declino; come può significare combattere in Palestina, in Medio Oriente, dove sappiamo con chi schierarci, con gli oppressi, con quanti resistono con ogni mezzo necessario alla barbarie colonialista dell’occupante.

A Fano il corteo del 25 aprile è stato caratterizzato, come ogni anno, dalla presenza di uno spezzone autonomo, quello delle lotte sociali, organizzato dallo Spazio Grizzly e dal collettivo trans-femminista Sisters On the Block. Uno spezzone attraversato e animato da centinaia di persone, con un’importante presenza giovanile. Un protagonismo ed una presenza sociale determinata a far vivere nel presente e nelle lotte del presente parole come Resistenza, Liberazione ed Antifascismo. 

Una determinazione che ha portato, in maniera piuttosto goffa, la polizia, a tentare di arginare ed isolare lo spezzone. Tentativo ridicolo, quanto non riuscito, ovviamente.  Le parole d’ordine del corteo hanno ribadito la necessità di resistere alla guerra, opporsi al piano di riarmo europeo e disertare una propaganda di guerra, sempre più martellante. Cori, interventi e striscioni contro lo stato di Israele, e contro il governo nazionale, complice del genocidio e della pulizia etnica in Palestina ed in Cisgiordania. Al monumento che ricorda i partigiani e le partigiane caduti per la Liberazione, è stata tracciata la scritta Palestina Libera, per ribadire il sostegno, pieno e deciso, alle Resistenze di oggi, a partire da quella del popolo palestinese. 

Anche a Jesi in piazza con uno spezzone sociale per onorare la Resistenza di chi si è opposto alla barbarie nazifascista, e per farla rivivere nelle lotte di oggi “Resistenza non è una parola passata, ma una pratica quotidiana, da riaffermare ogni giorno. La narrazione bellicista imperante, sostenuta dalle destre al governo, deve essere rifiutata, ribadendo ogni nostra opposizione al riarmo, utile solo a finanziare le lobby, e alla guerra, arma dei potenti esercitata sulle spalle dei popoli“.

Il maltempo non è riuscito a fermare la diciottesima edizione del Falkatraz Festival a Falconara Marittima. Se i writers chiamati a raccolta dall’associazione Jassart per il live painting alla ‘Murata che resiste’ hanno sfidato la pioggia al Parco Kennedy, il resto del programma della giornata si è trasferito negli spazi interni ed esterni della zona Galleria fra via Bixio e via Leopardi: musica, arte e aggregazione, laboratori per bambini, spazi espositivi e banchetti informativi. Le parole di Jasmine, che hanno unito i presenti in un abbraccio solidale con Gaza. Una festa di cultura popolare antifascista, che si è ripresa la città con una partecipazione intergenerazionale, variegata, falconarese e da ogni dove, meticcia; una festa poco sobria, chiassosa e antistituzionale, anche oltre le retoriche vuote dell’opposizione di facciata, ma rispettosa verso le persone e la comunità.

Sono numeri che crescono, presenze che aumentano, quelle che da anni attraversano il Foro Annonario di Senigallia nel giorno della Festa della Liberazione. Un 25 aprile popolare, una piazza dove lotte e istanze cittadine trovano una restituzione comune. Un’altra città. Laica, solidale, antifascista. Il mattino la deposizione di una corona di fiori a San Silvestro in onore del partigiano Aldo Cameranesi, un momento particolarmente sentito, “oggi che per la prima volta il partigiano Nibbio non è più con noi, era un dovere etico, politico e civile. Un passaggio di testimone”. Il pomeriggio in piazza con le parole contro ogni riarmo, le bandiere dei resistenti palestinesi e lo stand per presentare la campagna cittadina sul diritto alla casa, partita poco più di un mese fa. Nessuna partecipazione invece in piazza Roma: “le celebrazioni istituzionali con le loro liturgie, le loro ipocrisie, le loro retoriche da unità nazionale le riteniamo insopportabili. Il 25 aprile resta una data divisiva. E a noi piace proprio per questo”.

“Resistere alla guerra, No Rearm Europe”, diversi striscioni sono comparsi a Civitanova Marche alla vigilia delle celebrazioni per il 25 aprile, così come in altre città marchigiane. In mattinata i militanti dell’Officina Popolare Jolly Roger, insieme a solidali con la causa palestinese, si sono radunati al cimitero comunale di San Marone, al cospetto delle tombe dei partigiani civitanovesi per un momento di tributo alla Resistenza civitanovese e con una serie di interventi sulle Resistenze di oggi, in primis quella palestinese.

Un ricordo collettivo anche quello di Squola Spa e del collettivo Arkadia Connection in piazzale Marko Petrovic e Carlo Giuliani a Pergola, in onore del partigiano jugoslavo Petrovic, forse evaso da un campo di prigionia, poi aggregatosi al distaccamento “Metaurense” della brigata partigiana “Bruno Lugli” . Un momento che ha inaugurato il denso programma di attività presso il centro sociale dell’entroterra pesarese ‘Resistiamo. Musica e condivisione contro guerra e riarmo’ .

Una passeggiata numerosa, nonostante la pioggia, sui luoghi della storia partigiana è stata organizzata a Porto San Giorgio dal Csa Officina Trenino e dal Collettivo Autonomo Studentesco Argali, fino alla lapide in memoria di Umberto Cerretani.

Quella del 25 aprile non è solo una data da celebrare, ma un appello alla Resistenza. Niente fanfare e niente divise. Un 25 Aprile senza medaglie né parate, antimilitarista, perché la guerra non ha mai portato libertà. Oggi ricordiamo Umberto Cerretani, partigiano e disertore, che rifiutando l’obbedienza, scelse l’antifascismo.”

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