Fabriano – Scuola. Repressione per nessuna/o

Il comunicato del Collettivo studentesco Eleutheria

Ieri è avvenuto l’ennesimo ingresso delle unità cinofile all’interno delle scuole di questa città. Abbiamo assistito all’ennesimo abuso in divisa ai danni delle studentesse e degli studenti.
Le statistiche parlano chiaro. In questi due anni di pandemia, una delle fasce che ha pagato e sta pagando il prezzo più caro del cambiamento, in termini di repressione che ha subito la nostra vita, è quella dei giovani. L’isolamento, la chiusura delle scuole e degli spazi di socialità, l’enorme e già radicata precarietà della vita e del futuro hanno portato ad un’impennata dei casi di depressione, dei disturbi della psiche di vario genere, dall’autolesionismo a quelli alimentari, fino a casi più estremi.


In questo scenario deleterio, la risposta che viene data da lor signori governanti, protetti e al sicuro nei loro palazzi, è quella di perpetuare nella politica scellerata dei tagli all’istruzione e alla sanità, e dell’aumento criminale delle spese militari. Allo stesso tempo gli spazi di convivialità delle città si riempiono di telecamere di sorveglianza e di uomini in divisa che praticano perquisizioni e operazioni di “controllo” spesso intimidatorie e violente, con atteggiamenti che si avvicinano più a quelli di uno sceriffo che a corpi armati che dovrebbero svolgere il compito di tutela e protezione del cittadino.
La nostra città non è esente da questa dinamica, tutt’altro. Gli abusi in divisa, in moltissimi casi ai danni di minori, sono ormai all’ordine del giorno. Non c’è spazio di aggregazione che non sia puntualmente invaso da costoro, nella tanto proclamata lotta allo spaccio di droga. Quando sappiamo benissimo che i risultati di tali operazioni danno il più delle volte esito negativo e richiedono uno spiegamento di forze spropositato per la nostra realtà, spendendo costantemente soldi pubblici.


Le testimonianze delle modalità inquisitorie e paternalistiche, in alcuni casi dalla dubbia legalità, di tali operazioni ormai non si contano più. E’ evidente, grazie alla manifesta complicità della stampa locale, che l’obiettivo di queste operazioni sia il giustificare la presenza massiccia delle forze dell’ordine in città e di creare un vero e proprio stato di polizia.
Neanche le scuole vengono difese da coloro che, per il proprio ruolo, dovrebbero farlo. Anzi, con i decreti sicurezza e scuole sicure assistiamo a sempre più retate, in pieno stile carcerario, all’interno degli istituti e degli spazi di cultura. Luoghi che dovrebbero rappresentare l’estrema difesa delle ragazze e dei ragazzi, da un mondo che li vuole sempre più isolati nelle loro case, ad affrontare in solitudine l’inesorabile ammontare dei problemi che siamo costretti a vivere quotidianamente.


Sappiamo che una motivazione dietro a questo modus operandi c’è ed è evidente. E’ la creazione di una società e di un mondo in cui l’unico scopo di vita è quello di produrre per il beneficio di qualcun altro, con una scuola che diventa sempre più un’azienda piuttosto che uno spazio di crescita collettiva. E’ quello in cui giovani altro ruolo non hanno se non quello di diventare elementi produttivi della società, stando a testa bassa, con atteggiamento sottomesso e remissivo.
Ma questo mondo non ci appartiene.
Per questo gridiamo a gran voce che è giunto il momento di dire basta e alzare la testa. E’ giunto il momento di impedire, con ogni mezzo possibile, questi soprusi. E’ giunto il momento di riappropriarci delle scuole e di tutti gli spazi che ci spettano.


Collettivo Studentesco Eleutheria

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