Carcere

Milano – Manifestazione contro carcere, 41 bis, ergastolo ostativo

Riceviamo e pubblichiamo un intervento sulla mobilitazione di domenica 15 gennaio dei ‘Solidali con Alfredo Cospito in sciopero della fame e con chi lotta dentro e fuori le galere

Domenica 15 gennaio un corteo composito e numeroso si è mosso per le strade di una fredda Milano. Mille persone, unite per esprimere a gran voce solidarietà ad Alfredo Cospito, in sciopero della fame ormai da 90 giorni nella sezione 41 bis del carcere di Bancali.

Solidarietà non solo ad Alfredo ma a tutti i detenuti, non solo contro il 41 bis ma contro il carcere come specchio della nostra marcia società. È stato un corteo come non se ne vedevano da anni a Milano: tutte le realtà politiche erano presenti, cordoni autodifesi all’inizio e alla fine, tutti determinati a prendersi le strade della propria città senza la scorta della celere. Partito dalla stazione di Porta Genova, passato di fianco a un paio di vetrine infrante, con il sottofondo di botti e cori, dopo aver salutato i detenuti di San Vittore, al corteo è stato impedito di poter passare in centro. Con l’amaro in bocca di vedersi sbarrare la strada dalle camionette, il fiume di persone ha deciso di non incaponirsi e di portare a casa la giornata puntando direttamente su Porta Genova.

Dopo questa giornata, a Milano la lotta contro le galere e la tortura a cui sono sottoposti assieme ad Alfredo quasi 800 detenuti continua. Soddisfatti ma determinati a rilanciare la lotta, l’obbiettivo ora è riuscire a coinvolgere quegli strati sociali che per ora sono rimasti indifferenti alla mobilitazione ma che mostrano segni crescenti di insoddisfazione verso l’autoritarismo e il paternalismo dello Stato, e riuscire ad approfondire quelle contraddizioni che questa campagna sta portando alla luce: la critica alla DNA (Direzione Nazionale Antimafia), fino a ieri intoccabile eroe della lotta alla mafia; uno sguardo critico verso il 41 bis, ormai da anni colonna portante del sistema penale italiano; infine, le reazioni al recente arresto di Matteo Messina Denaro mettono in luce quanto, anche in parlamento, la narrazione ufficiale non venga più considerata attendibile, una tendenza non nuova ma recente che pone seri problemi di gestione pubblica per una classe dirigente trovatasi ad affrontare nuovi e impensabili problemi fino a poco tempo fa: un’epidemia, una guerra alle porte di casa con conseguente impegno economico e politico, una crisi economica che comincia a fare sentire i suoi morsi sulle tasche dei più deboli.

Compagne e compagni di Milano

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