Lido di Fermo – Boycott jovabeachparty

Sabato 30 luglio in duecento si sono presentati davanti al cantiere del Jova Beach di Lido di Fermo (FM).

La manifestazione è stata lanciata spontaneamente da abitanti della zona, supportati dal Csa Officina Trenino di Porto San Giorgio e dagli altri centri sociali marchigiani, con la partecipazione di tutte le associazioni ambientaliste del territorio, ad eccezione del Wwf, organizzazione che patrocina l’evento musicale, dalla quale hanno preso le distanze gli stessi iscritti, che hanno deciso di sciogliere la sezione locale e sono stati presenti alla protesta.

E’ già la seconda volta in tre anni che l’oasi naturale, chiamata da tutti “spiaggia del fratino” e istituita nel 2017, viene devastata nella sua biodiversità e ecosistema dalle ruspe dell’amministrazione pubblica, per poter permettere alla Trident Corp di estrarre profitto da una degli ultimi fragili siti naturalisti della riviera delle Marche sud.

La pessima eredità della prima edizione ha prodotto una rinnovata sensibilità e spinto la cittadinanza a partecipare numerosa pur con un brevissimo preavviso di soli pochi giorni. Le attiviste ambientaliste e i manifestanti si sono ritrovati sul litorale di Casabianca di Fermo per poi raggiungere in corteo i cancelli che delimitano il cantiere, con operai al lavoro sotto il sole cocente e temeperature proibitive, con grate che circondano in maniera grottesca lo stessa postazione del bagnino che presidia il tratto di spiaggia libera. Lo striscione che recitava ‘le tasche pieni di sassi, la faccia piena di schiaffi / Boycott jbp!’ è stato affisso sulle transenne e i manifestanti presenti hanno raccolto la solidarietà dei bagnanti presenti che hanno applaudito all’arrivo del corteo,

Mentre il sindaco di Fermo giustifica l’operazione di greenwashing, parlando di erbacce e sporcizia, e di ritorno economico e di immagine per il territorio, la realtà è quella di un enorme cantiere militarizzato in continua espansione, dove ad essere in pericolo non è solo il piccolo trampoliere in via d’estinzione, ma lo stesso concetto di transizione ecologica.

I Jova Beach Party sono la rappresentazione di come il capitalismo intende affrontare la grave crisi climatica e economica in corso: espropriare e prelevare tutto ciò che in un territorio può avere valore, creare il deserto e lasciare qualche briciola per un improbabile restauro ambientale.

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