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La nostra terra non servirà la guerra – ‘Fermare Leonardo’ chiude la Gem Elettronica

‘Bloccare la macchina del genocidio. Al fianco della resistenza palestinese‘ l’iniziativa dell’11 luglio a San Benedetto del Tronto

Verso le 16.30, quando i primi militanti hanno raggiunto il piazzale compreso fra la rotonda Fratelli Merlini e l’area del vecchio stadio Ballarin, hanno subito notato come il parcheggio interno della Gem Elettronica fosse vuoto e le luci dello stabilimento spente.

La ritirata davanti alla contestazione, la chiusura della sede di via Vespucci. Questa la reazione del ‘governing body’ di Gem E. e Leonardo all’iniziativa di mobilitazione in programma venerdì 11 luglio. Dirigenti che poi, interpellati dalla stampa, si rifiuteranno di rilasciare dichiarazioni. Probabilmente l’unica reazione possibile, considerato il clima di crescente ostilità verso lo stato israeliano e la dura condanna dei crimini di guerra e contro l’umanità di cui si sta macchiando, specie nella Striscia di Gaza.

Come non può essere tema di confutazione la partecipazione del Gruppo Leonardo Spa al complesso militare-industriale occidentale che sostiene l’infrastruttura bellica di Israele: il gruppo fornisce sistemi di puntamento laser per gli aerei F35, produce i cannoni per le navi missilistiche Sa’ar 4.5, 5 e 6 della marina, sviluppa radar tattici per mezzi blindati e bulldozer D9, fabbrica speciali carrelli rimorchio per i carri armati Merkava, offre in dotazione i velivoli di addestramento all’aviazione.

Leonardo che viene più volte citata dal rapporto Onu ‘From economy of occupation to economy of genocide’ sulle complicità con l’economia di sterminio dello stato ebraico, che la special rapporteur Francesca Albanese ha pubblicamente indicato, subendo gravi intimidazioni, oltre alle recenti annunciate sanzioni Usa. La stessa Gem Elettronica, prima di diventare una controllata nel settembre 2024, era coinvolta nel settore della difesa, con commesse in Turchia, appalti per impianti radar e sistemi radio per le navi della Guardia Costiera in Sicilia, progetti di sorveglianza delle frontiere in Libia.

Se non fosse per la familiarità del cognome nella zona, che la rotonda dipinta dall’artista Carlo Gentili – opera di denuncia per la messa al bando delle cluster bombs – porti lo stesso nome del fondatore dell’azienda sanbenedettese adiacente, suonerebbe sinistro.

Ma a ridare senso all’opera antimilitarista sono state le decine di persone che hanno preso parte alla manifestazione che si è svolta di fronte ai cancelli di ingresso della Gem E., sul lato di viale Cristoforo Colombo, raccogliendo l’appello dei Centri Sociali delle Marche a contestare le fabbriche di morte, “Leonardo uccide, fermare Leonardo”.

Un allestimento imponente quello messo in scena dai manifestanti che hanno letteralmente ‘impacchettato’ le reti metalliche e il muro di cinta dello stabilimento. Numerosissimi i grandi cartelli che risuonano slogan come ‘Stop Leonardo, Stop riarmo’, ‘Palestina migliaia di morti, Leonardo migliaia di milioni’, ‘Riarmo = miliardi ai ricchi, guerra e povertà ai popoli’, ‘Leonardo fabbrica di guerra, qui si produce morte’. Uno di questi in particolare, replica il coro lanciato dalla band Bob Vylan sul palco del festival di Glastonbury: ‘Death, death to the Idf’.

Lunghi striscioni a sigillare i cancelli, riprendendo i claim dell’iniziativa ‘Fermare Leonardo, Fermare il riarmo’ e della campagna avviata lo scorso aprile con un’azione comunicativa al Mc’Donalds di Ancona, ‘Boicotta i complici del genocidio’. A fianco a questi una maxi bandiera palestinese vicino al banner dei collettivi universitari che ricorda lo storico motto della resistenza palestinese dai tempi dell’Intifada.

Appeso su un segnale stradale il fantoccio di Roberto Cingolani, attuale Ceo di Leonardo, cimelio di una precedente protesta ambientalista ai tempi del suo incarico da ministro, rinominato “direttore generale della guerra”.

I manifestanti hanno presidiato la ‘fabbrica di morte’ per alcune ore, inizialmente volantinando agli automobilisti in transito, prima che il tratto stradale fra San Benedetto del Tronto e Grottammare venisse chiuso e la circolazione deviata. Oltre ai militanti dei centri sociali giunti da varie località della regione, anche cittadini sambenedettesi e attivisti della rete ‘Piceno per la Palestina’, che animano a livello locale i percorsi in solidarietà con le popolazioni di Gaza e della Cisgiordania.

“L’iniziativa alla Leonardo/Gem Elettronica ribadisce l‘efficacia delle azioni dirette di mobilitazione contro gli agglomerati di interessi economici che proliferano sul genocidio e sulla produzione e commercializzazione di armi.

La guerra non è un pericolo futuro: la guerra attraversa già i nostri territori con ramificazioni che hanno responsabilità dirette nello scenario internazionale e che sono già da tempo sedute al grande banchetto del riarmo, apparecchiato dall’Unione Europea, dalla NATO e dal governo Meloni. E’ prioritario in questo momento individuare e agire contro i dispositivi che mettono i nostri territori e le loro risorse al servizio della guerra e del genocidio.

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