Jesi – No alle dogane elettroniche
Il comunicato stampa dello Spazio Comune Autogestito Tnt
Telecamere nelle vie d’accesso alla città: no alle dogane elettroniche
Con deliberazione del 3 giugno 2025, l’Amministrazione Comunale ha approvato l’aggiornamento al progetto esecutivo per la realizzazione di un impianto di lettura targhe negli accessi alla città finalizzato alla sicurezza urbana.
Il progetto reso esecutivo prevede l’installazione di “telecamere di tipo fisso per rilevazione targhe disposte nelle principali vie di accesso alla città… con telecamere lettura targhe con tecnologia ANPR (Automatic Number Plate Recognition)”. In sostanza, nei principali varchi di accesso al territorio cittadino, verranno installate telecamere che in automatico acquisiscono il numero di targa dei veicoli in transito. Non si tratta, dunque, di dati che vengono incamerati in presenza di un’infrazione o di manovre irregolari da parte del conducente, ma di dati che vengono raccolti in forma generalizzata e indiscriminata per poi essere messi a disposizioni delle forze di polizia.
Il salto di qualità rispetto agli ordinari sistemi di videosorveglianza (che, peraltro, a loro volta, non sono certo esenti da critiche e dalla necessità di un ripensamento complessivo) è evidente. Qui non viene posto sotto sorveglianza l’accesso al centro storico da parte di veicoli non autorizzati, non vengono sottoposte alla video-vigilanza specifiche aree sensibili o le limitazioni di velocità nelle strade ad elevato rischio di sinistri: qui vengono quotidianamente “schedati” cittadine e cittadini per il semplice fatto di essere transitati nel territorio della città.
Fino a prova contraria, la libertà di movimento continua ad essere annoverata tra i diritti fondamentali della persona e tra i diritti primari sanciti dalla nostra Carta Costituzionale. La libertà di movimento non si sostanzia solo nella possibilità materiale di spostarsi, ma comprende il diritto fondamentale a poterlo fare senza essere monitorati, seguiti, schedati, “planimetrizzati” da qualche autorità di controllo.
Giustificare scelte che limitano la piena libertà di movimento delle persone ed il loro diritto alla privacy con la finalità di aumentare la “percezione” di sicurezza dei cittadini, ci appare ancora di più insostenibile: diritti e libertà fondamentali non possono essere sacrificati sull’altare di una mera “percezione”. Non a caso, proprio lei, la tanto declamata “percezione di sicurezza”, in questi anni ha fatto da sfondo e da fondamento ideologico-culturale ai molteplici “decreti-sicurezza” che si sono avvicendati negli anni e che si sono tradotti in una torsione autoritaria e antidemocratica dell’intero ordinamento giuridico: tra di essi proprio il D.L. Minniti del 2017, richiamato nella delibera quale base normativa del progetto.
Lo stesso Garante della Privacy è ripetutamente intervenuto sui sistemi di rilevamento automatico delle targhe installati dai Comuni, evidenziandone i rischi e le ricadute sui diritti fondamentali dei cittadini, tantopiù laddove sono realizzati in forma generalizzata, senza la rigorosa definizione delle specifiche finalità, delle diverse tipologie di trattamento dei dati, della conservazione e gestione degli stessi e in assenza sia di una rigorosa V.I.P.D. (Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati), sia di una rigorosa informazione di chi vive nel territorio.
Per queste ragioni proprio di recente il Garante della Privacy ha opportunamente sanzionato un comune ligure. Ma al di là della normativa di settore, ciò che risulta di maggiore rilevanza attuale e futura, visto che si tratta di sistemi che poi potranno essere ulteriormente implementati, sono i riflessi che tali sistemi di controllo producono non solo sotto il profilo della materiale limitazione dei diritti primari, ma anche sotto il profilo del pensiero e della cultura che essi producono, degli effetti che essi esplicano sull’idea stessa di città, sulla visione complessiva della nostra comunità.
La città del controllo, la città dei “Mille Occhi” (così è titolato il Protocollo stipulato con la Prefettura di Ancona nel 2016) a nostro avviso non è affatto un’idea di città “progressiva”, né concorre a garantire la sicurezza reale, che non è un problema di polizia ma di garanzie sociali.
Per queste ragioni auspichiamo che l’Amministrazione Comunale riconsideri le implicazioni del progetto e che lo stesso venga archiviato nel rispetto delle tradizioni di Jesi come “città aperta”, libera dalle dogane degli occhi elettronici.
Spazio Comune Autogestito Tnt – Jesi