InternazionalePalestina libera

Gaza: dopo la rottura della tregua, la catastrofe umanitaria

Un’intervista con Meri Calvelli, cooperante Acs e direttrice del Centro Vik, a pochi giorni delle iniziative a sostegno della Campagna 100 x 100 Gaza

Dopo la rottura del cessate il fuoco da parte israeliana del 18 marzo scorso, sono ripresi i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, su ciò che rimane delle abitazioni ridotte in macerie, sugli accampamenti di tende improvvisati di quanti avevano fatto ritorno alle proprie zone di residenza, sui pochi edifici destinati a rifugio degli sfollati che sono raggiunti dagli ordini di evacuazione dell’Idf.

La situazione di crisi umanitaria, che si era potuta solamente lenire durante la fase di tregua, anche per i ritardi e il mancato rispetto degli accordi dal lato israeliano, si è gravemente acuita. Al blocco prolungato degli aiuti, ormai definitivo da oltre un mese, si aggiunge l’impossibilità di ingresso anche dei tir commerciali che riforniscono il mercato nero, spesso unica possibilità di reperire cibo e generi di prima necessità. La farina si sta esaurendo, il pane non verrà più distribuito.

Questo scenario catastrofico non si è prodotto per cause contingenti, ma è il risultato di una precisa strategia militare dello stato ebraico che ha fatto della fame e della carestia un’arma di guerra. E come sul piano dei rifornimenti militari, i governi occidentali hanno offerto il loro sostegno, bloccando i progetti di cooperazione, tagliando i fondi all’Unrwa, agenzia Onu per i rifugiati palestinesi bandita da Israele, che ha chiuso il quartier generale di Gerusalemme Est.

Nonostante la rottura della tregua, la solidarietà internazionale non si ferma e, oltre all’emergenza, prova a supportare lo sforzo di ricostruzione che il popolo palestinese aveva da subito avviato pur in mezzo a tonnellate di macerie. Recentemente è stata lanciata la Campagna ‘100 x 100 Gaza’, una grande campagna di raccolta fondi, nata durante il cessate il fuoco, che si pone l’obiettivo di rendere nuovamente agibile il Centro italiano di scambi culturali – Vik, ma che renderà chiaramente fruibile le risorse in base ai bisogni e alle esigenze che arrivano da Gaza in questa nuova fase. Fra le 100 iniziative che si terranno la prossima settimana, numerose sono quelle che si svolgeranno nelle Marche, da Ancona a Fano, da Senigallia a Jesi.

Una solidarietà che, anche in Occidente, continua a esprimersi a livello sociale e politico, dalla parte delle forze della resistenza e dalla parte della popolazione palestinese che, nella tragedia, non si arrende e non rinuncia alla propria terra, malgrado i tentativi di annientamento nella Striscia di Gaza e di espulsione e allontanamento forzato in Cisgiordania.

– L’intervista con Meri Calvelli, cooperante Acs e direttrice del Centro italiano di scambi culturali – Vik a Gaza

Eventi in programma