Fano – ‘Carcere, 41 bis, ergastolo. Ordinamento penale e pratiche di reclusione a partire dal caso Cospito’ Incontro pubblico @ Grizzly
📌VENERDI’ 10 FEBBRAIO, ORE 21
allo #SpazioAutogestitoGrizzly
🎤Incontro-Dibattito
CARCERE, 41BIS, ERGASTOLO.
Ordinamento penale e pratiche di reclusione a partire dal caso Cospito.
Interveranno:
Paolo Cognini (Avvocato)
Caterina Calia (Avvocata di Anna Beniamino)
Flavio Rossi Abertini (Avvocato di Alfredo Cospito)
Alfredo Cospito, già recluso in carcere da diversi anni, è stato accusato di “strage contro la pubblica incolumità ”, accusa poi riformulata in “strage contro la sicurezza dello stato” (il reato più grave dell’ordinamento) per un’azione in cui non si sono registrati morti, feriti o danni significativi. Questa tipologia di reato, che prevede la pena dell’ergastolo ostativo, non è stata chiesta neppure per le stragi di mafia del ’92 o per le stragi fasciste e di Stato. Il suo utilizzo viene anche giustificato dal fatto che non esiste in Italia il reato di tentata strage.
Il detenuto è stato poi tradotto nella sezione del 41 bis perché continuava ad avere relazioni epistolari con i suoi compagni e le sue compagne contribuendo al dibattito politico. Attualmente si trova da oltre 3 mesi in sciopero della fame chiedendo l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo.
Le sue condizioni di salute sono preoccupanti, ha perso 40 chili e si dice determinato a continuare la sua battaglia dichiarando che si opporrà fisicamente all’alimentazione forzata in quanto gli è stata prospettata l’ipotesi di un TSO, trattamento sanitario obbligatorio.
Il 41 bis, che disciplina il cosiddetto “carcere duro”, è stato introdotto in Italia nel 1992 come misura emergenziale dopo le stragi di mafia. Da quel momento è rimasto fisso nel nostro ordinamento e nel 2001, dentro la cornice della nuova emergenza del “terrorismo internazionale”, è stato ampliato il suo utilizzo per i reati di terrorismo ed eversione.
Attualmente 759 persone in Italia si trovano al 41 bis e 9.212 in regime di alta sicurezza mentre i detenuti condannati all’ergastolo ostativo sono 1259 ovvero il 70 percento degli ergastolani che in totale sono 1784.
Solo nel 2022 si sono suicidate 84 persone in carcere facendo registrare un aumento preoccupante di questo fenomeno. La situazione generale nelle carceri italiane è gravissima.
A partire dalla vicenda Cospito pensiamo che sia fondamentale aprire uno spazio di riflessione sulla criminalizzazione del dissenso e sulle pratiche di reclusione messe in campo dall’ordinamento penale.
Da tempo gira un appello di avvocate e avvocati di imputati anarchici che denunciano il clima giustizialista e la differenziazione del trattamento verso quei soggetti indicati a priori come pericolosi. Questa deriva giuridica è evidente nell’uso politico di misure come la sorveglianza speciale, dell’accusa di terrorismo ed eversione sempre più spesso applicata a militanti e attiviste così come l’utilizzo che si fa da anni del reato di devastazione e saccheggio per colpire le lotte politiche e le proteste dentro le carceri.
Per questi motivi pensiamo che non sia più rimandabile una discussione sulla repressione politica, il 41 bis, l’ergastolo e il carcere oggi.